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Angelici Alfredo

Sono un attore, autore e giornalista professionista. Mi sono formato studiando in Italia ed in Europa. Mi sono diplomato all’“Accademia Internazionale di Teatro” di Roma e successivamente alla “Ecole Philippe Gaulier” di Parigi dove ho incontrato ed affinato le tecniche di Jacques Lecoq e l’amore per il clown. Il mio percorso di studi non è mai terminato, nel tempo ho continuato a seguire pedagoghi e maestri di ognidove: Geraldine Baron per avvicinarmi a Strasberg, Enrico Bonavera a Venezia per la commedia, Nicolai Karpov e la biomeccanica, Gabriele Lavia per Tragedia Greca e molti altri.

Nella mia carriera ho viaggiato in lungo e largo l’italia in tournée avendo avuto la possibilità di collaborare con personalità del teatro italiano, da Giuseppe Patroni Griffi a Giorgio Albertazzi e poi Gabriele Lavia, Antonio Calenda, Armando Pugliese, Roberto Guicciardini, Alessandro Gassman per nominarne alcuni.

Preso dal sogno di portare avanti una ricerca personale ho scritto e prodotto tre spettacoli prima di infrangermi contro il muro della bancarotta. In seguito, la curiosità mi ha portato a conoscere la radio, grazie alla quale sono diventato giornalista professionista ed ho scritto e condotto per 7 anni il mio radio show satirico di approfondimento culturale “Lo Stato Interessante”.

Poi vennero i fortunati anni in cui, grazie ai bandi Europei vinti, ho potuto scrivere, scambiare e portare i miei lavori di ricerca teatrale molti paesi Europei. Faccio parte della compagnia del Teatro Bellini di Napoli con la quale ho partecipato in qualità di attore a diverse produzioni. Scrivo racconti per alcune testate giornalistiche on line.

Montagroppa e Sturapippe

L’avventura di Montangroppa e Sturapippe è una parabola che vuole difendere l’immaginazione, raccontata con l’ironia, la sprovvedutezza e i lampi di genio di due ingenui, cattivi e disastrosi eroi che tentano di afferrare una realtà illusoria; è la storia di noi tutti.

Il pubblico si vede rappresentato nel tentativo dei protagonisti di costruire un mondo nuovo, ma va tutto a rotoli, le parole non coincidono, non si può fare affidamento sulle parole, escono da sole senza memoria, ripetute come se appartenessero a qualcun altro, giocate da due sapienti idioti che ci ricordano lo spaesamento del Kaspar Hauser di Peter Handke e l’assoluto del viaggio chisciottesco e sanciopanzesco

I due camminano nella tormenta, nutrendosi della propria diffidenza, amandosi come fossero amanti, giocando come fossero bambini, confidandosi come fossero amici, violenti come nemici, ma sempre stupidi e stupefatti, per poi scoprire che questa infinita ricerca conduce ad un finale sorprendentemente a portata di mano.

Viviamo un’esistenza lirica ma il finale è sempre comico, e il viaggio serve per ritrovarci, uguali a prima, non esclusivi e preziosi ma comuni e molteplici, molto più simili agli altri di quanto avremmo pensato.

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