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Di Giuli Cecilia

Cecilia Di Giuli nasce a Milano ma è di Terni. Avrebbe voluto fare il sindaco della sua città e la ballerina. Finisce col laurearsi in Filosofia con una tesi sull’ eutanasia e il suicidio medicalmente assistito e col fare l’attrice.

Ora scrive anche dei testi teatrali che vorrebbe dirigere e recitare. Il primo parla del rapporto madre- figlia e morte, il secondo del rapporto padre-figlia e morte, il terzo del rapporto di coppia e morte.

Ha lavorato con A. Gassmann, R. Cavosi, G. Lavia, L. Calamaro.

Succede

In questo spettacolo lo spettatore vive un “ritrovamento”: Lui e Lei, dopo anni, nuovamente vicini. C’è qualcosa di non risolto, dietro l’impressionante confidenza che affonda le sue radici in un’infanzia epica protratta. Un bagaglio bello e ingombrante, il loro.

In matematica, per la teoria degli insiemi, l’intersezione tra due insiemi è l’insieme degli elementi che appartengono ad entrambi contemporaneamente. Nello spettacolo quello spazio è quel tratto delle loro vite che va dai 2 ai 16 anni, nel Ricordo. Ma il ricordo è personale, quasi sempre proiezione a ritroso. Lo spettacolo lo indaga e scopre che, quel luogo - anche se da postulato dovrebbe- di fatto, però, finisce col non corrispondere.

C’è per tutto il tempo un basso-costante che è ritmo musicato. Una lingua-filastrocca. I due parlano, e chi ascolta, ha l’orecchio “imbrigliato” nel suono di giochi-bambini.

Lui e Lei sono stati cresciuti da un cortile, lo stesso cortile che li riaccoglierà da adulti. Nel mezzo la separazione, l’allontanamento che con gli occhi del dopo, pare inaspettato, addirittura evitabile. Ma così è, così è stato. Perché, perché in fondo è andata così? La risposta è semplice: semplicemente succede.

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