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Ferronato Chiara

Sono Chiara Ferronato ho 25 anni e nella vita ho sempre fatto teatro fin da piccina. Il mio sogno non era diventare un’attrice infatti nasco nuotatrice agonista. A 15 anni ho smesso e mi sono dedicata totalmente al teatro e alla danza. Mi sono laureata al DAMS di Bologna, e ho conseguito il diploma di primo livello nell’Accademia di Teatro Fisico a Torino, attualmente sono iscritta alla magistrale di Venezia in Teatro e Arti performative. Numerosi sono i workshop e i laboratori alla quale ho partecipato durante la mia formazione, per tenermi sempre attiva e avere una visione più ampia possibile di tutto ciò che circonda il teatro.

A seguito di un serio infortunio alla gamba ho smesso di danzare così in questo momento così estraneo ed oscuro, ho iniziato a scrivere ed è nato Arancio Teatro, una piccola luce in cui provare a non smettere di sognare.
Sentivo la necessità di avvicinare gli altri al teatro e soprattutto farlo nella modo più paritetico e condivisibile possibile.

L’obiettivo futuro di questo progetto è uscire dalla realtà virtuale in cui è nato (causa pandemia) e creare un gruppo coeso che sperimenti nuove pratiche e abbia il desiderio di portare in scena qualcosa.
Sono convinta che ognuno di noi ha qualcosa da dire e il teatro è un mezzo per poterlo fare.

Un passo dentro e mezzo fuori

Ho cercato di indagare il confine tra il reale e surreale. Mi sono ispirata alle fotografie di Cecile Decorniquet. Il suo lavoro fotografico mette in evidenzia l’ambiguità della fase dell’infanzia, attraverso la creazione di un mondo fantastico, dove non esiste spazio o tempo.

I suoi ritratti non sono angelici. I ritratti sottolineano l’eterna contraddizione umana tra ciò che vogliamo e ciò che il mondo si aspetta da noi.
Quanto è labile il confine tra reale e surreale? Come lo stesso confine tra finzione e realtà a teatro.
Nel monologo è in scena una donna che rivive parte di alcuni ricordi d’infanzia, in particolare il suo rapporto con il padre. Ma tutto è giocato sul fatto che il lettore ha la sensazione continua di non capire se ciò che legge è parte del passato o del presente della donna, è accaduto oppure no.

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