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Leone Luigi

Sono laureato in scienze della comunicazione e lavoro in teatro soprattutto come attore.

Ho iniziato il mio percorso di studi presso vari laboratori teatrali (l’associazione Talia di Portici e il teatro De Poche di Napoli) e in seguito mi sono formato principalmente nel triennio 2017-19 della Bellini Teatro Factory, l’accademia del Teatro Bellini di Napoli. Ho seguito il corso di recitazione, ma è stato in quell’occasione che ho iniziato a sviluppare e accrescere un grande interesse per la scrittura.

Dalla fine del 2019 frequento il corso di drammaturgia diretto da Mario Gelardi al Nuovo Teatro Sanità, di Napoli, che costituisce per il momento il mio punto di riferimento per quanto riguarda la formazione e il lavoro di scrittura teatrale.

Megastark, scritto nel 2020, è il mio primo lavoro drammaturgico completo.

A fine 2021 pubblicherò il mio romanzo d’esordio, un testo di genere umoristico, edito da Funambolo Edizioni.

Megastark

Un’azienda produttrice di giocattoli indice un bando per la selezione di giovani progettisti. Due artisti, Lambert e Candida, si propongono con Megastark, un robot per bambini. Lambert è il disegnatore, ma è daltonico, e ha sempre cercato di nascondere questa sua caratteristica. Per via di un errore, usa il colore sbagliato, consegnando alla commissione dell'azienda le bozze di un robot minaccioso e virile, ma completamente rosa. Sandro, il direttore dell’azienda, malato e depresso, sta pensando da tempo al suicidio. Tra tutti i progetti sceglie volutamente quello peggiore, cioè Megastark, per autodistruggersi anche economicamente e annientare la sua immagine, in attesa di essere pronto per togliersi la vita. Il giocattolo viene prodotto e ha pochissime speranze di successo. Monica, una famosa blogger che da tempo segue le vicende dell’azienda, viene aggredita per strada da uno scippatore e riesce a difendersi usando una copia del robot, trovata per caso. Subito dopo racconta l’accaduto al suo pubblico, e Megastark, dall’essere un prodotto sbagliato che contraddice la regola d'oro del mondo dei giocattoli (l’azzurro per i maschi, il rosa per le femmine), diventa il simbolo planetario della parità dei sessi, del movimento LGBT e di tutte le minoranze. Il successo del robot va ben oltre qualsiasi previsione, costringendo i suoi creatori, incluso il direttore, a mettere in discussione le proprie certezze.

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