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Marconi Paolo

Paolo Marconi (classe 1993) consegue il diploma presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico nel 2017 con lo spettacolo Le Baccanti per la regia di Emma Dante.

Nel suo percorso di studi è entrato in contatto con diverse realtà del teatro quali Robert Wilson che lo ha diretto nello spettacolo Hamletmachine di Heiner Müller, debuttando al Festival dei Due Mondi di Spoleto; ha lavorato poi con Arturo Cirillo, Massimiliano Civica, Thomas Ostermeier, Giorgio Barberio Corsetti e Silvio Peroni. Nel 2018 partecipa alla Biennale College – Teatro a Venezia, frequentando il laboratorio diretto da Antonio Rezza e Flavia Mastrella.

Nel 2019 debutta al teatro Eliseo con lo spettacolo Skylight – il cielo sopra il letto, di D. Hare, per la regia di Luca Barbareschi, girando poi per le diverse località italiane.

Le notti di Capodanno

La stanza di un appartamento. Dentro, un uomo e una donna sono costretti ad una convivenza forzata e perpetua poiché fuori c’è la morte che attende chiunque varchi la soglia. L’unica fonte d’informazione è un vecchio giornale che allerta di un male sconosciuto e pericoloso. La coppia è dunque obbligata a vivere ogni giorno nell’attesa di un qualche messaggero “divino” che porti notizie dal mondo, che siano buone o cattive. Come unico canale c’è la finestra del salotto che affaccia sulla strada di un vicolo stretto. Per terra giacciono cadaveri ammassati: non sono vittime del male sconosciuto ma dell’uomo. I corpi inermi che imputridiscono sono i disperati che hanno deciso di uscire per rivedere la luce del sole ma nel farlo sono caduti nel mirino degli altri residenti. Dalle finestre dei vicoli infatti vigila la paura di chi prosegue la sua reclusione domestica, con fucili carichi, pronti a far fuoco su chiunque passi per la strada. L’uomo vive rassegnato la sua segregazione in attesa che gli organi competenti distribuiscano viveri e medicinali. La donna invece passa dalla lettura - unica fuga dalla quotidianità disperata - alla finestra che collega la sua abitazione a quella di una madre esausta e di suo figlio di otto anni. Il bambino non ha paura di uscire nel piccolo balcone e affronta, a insaputa della madre, il pericolo del male sconosciuto senza conseguenze.

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