Palumbo Liliana
Nasce a Piacenza, piccola città emiliana, dove intraprende studi di carattere pedagogico e teatrale.
Consegue la Laurea in Scienze della Formazione come Esperto nei processi formativi e culturali.
Negli stessi anni inizia un percorso artistico- teatrale attraverso laboratori dal differente respiro “geografico -poetico”
Sviluppa fortemente il suo interesse per la musica africana approcciandosi agli strumenti a percussione e prendendo parte, per qualche anno, a diversi spettacoli di strada.
Perfeziona le sue competenze teatrali presso le scuole milanesi Quelli di Grock e Proxima Res.
Segue percorsi e stage con insegnanti di rilievo come Cesar Brie, Alberto Grilli, Carmelo Rifici, Tindaro Granata, Alessio Romano (metodo Laban-Bartenief) , Micaela Sapienza, Roberto Latini, Ilaria Drago, Claude Coldy (Danza Sensibile)
Frequenta tre percorsi di formazione e ricerca specifica - I cinque sensi dell’attore- con il Teatro del Lemming, diretto da Massimo Munaro.
Negli ultimi anni concentra la sua attenzione sul teatro di ricerca sperimentando una costante prova di equilibrio nella contaminazione tra le arti.
Scrive e dà voce a storytelling musicali con cantautori e interpreti di indiscussa professionalità (tra gli altri Tiberio Mazzocchi, Georgia Ciavatta, Renato Podestà, Loris Leo Lari, Gianni Satta…).
Dal 2017 inizia a dar forma ad una esigenza poetico letteraria pubblicando una drammaturgia (Karim- con menzione d’onore della casa Editrice il Convivio per il Premio Antonio Borgese) e due raccolte di racconti illustrati e poesie, pensate per piccoli e grandi lettori (Marika Corre-2019 ; Di bambine, di Stelle e di altri pensieri – 2020)
Dal 2009, cambiando nel fare e facendosi cambiare, Liliana porta avanti percorsi ludico teatrali dedicati alle differenti fasce di età.
L’ interesse educativo pedagogico sviluppato fin dai primissimi anni della sua formazione non si è mai spento ed ha trovato anzi diverse chiavi per approcciarsi ai differenti ambiti del sociale.
Karim
Karim è un ragazzo adolescente che si muove nella complessità della vita tra scuola, famiglia e nuclei relazionali di cui è inconsapevolmente protagonista.
Karim non ha voce, invisibile, come la schiera cui appartiene, si trova definito e parlato dai discorsi altrui.
Così è che Karim svela le molte voci e i molti specchi in cui la società stessa si rispecchia tendendo a un improbabile lieto fine.
La drammaturgia intreccia monologhi, soliloqui e frenetici ping pong dialogici in un indefinito continuum spazio-tempo.