Loading...

Pascarella Davide

23 anni, è prossimo al diploma come attore alla scuola del Teatro Stabile di Torino. Vive la scena in modo plurale, da attore, autore e regista. È assistente di Francesca Macrì in Romeo e Giulietta ovvero la Perdita dei Padri (2017).

Nel 2018 crea Io credo a Cassandra con Enzo Marangelo; nel 2019 è in Amleto diretto da Valerio Binasco. Studia con Gabriele Vacis, Alessio Maria Romano, Fausto Paravidino, Michele Di Stefano, e con Antonio Rezza e Flavia Mastrella costruisce Bacio durante Biennale College 2018.

Nel settembre 2020 debutta con Questa lettera sul pagliaccio morto, testo+regia, prima assoluta al Piccolo di Milano per Tramedautore. Appunti per un testo sulla fine del mondo, secondo progetto di testo+regia, vince Nuove Sensibilità 2.0. A fine 2020, con Lemons lemons lemons lemons lemons, regia su testo di Sam Steiner, è finalista al premio Leo de Berardinis.

Nel 2021 sarà dramaturg di Medea in Corinto, opera di Mayr con regia di Francesco Micheli per il Donizetti di Bergamo.

Questa lettera sul pagliaccio morto e Appunti per un testo sulla fine del mondo sono stati entrambi “finalisti” per la realizzazione dei podcast.

Questa lettera sul pagliaccio morto

Una macchinista investe con il suo treno un pagliaccio che, su un monociclo, percorreva i binari contromano. L’uomo, Zebbo Brkyglash, si è in realtà “lasciato investire” dal treno e, morente, racconta la sua storia alla macchinista: figlio senza più madre, passato il tempo che lo ha reso uomo, ha lasciato la carovana e trovato casa nell’unico altro luogo dove un uomo senza casa e senza patria può vivere, il circo.
La lettera del titolo nasce dalla necessità, per la macchinista, di spiegare ai suoi superiori come sia stato possibile che quel pagliaccio sia finito sotto il suo treno.
Questa lettera sul pagliaccio morto racconta di una persona che riceve il compito di raccontare l’intera vita di qualcun altro, prendendo sulle proprie spalle un compito enorme. Racconta la vita di un uomo nelle parole di chi lo ha conosciuto giusto il tempo necessario di farsi raccontare la sua vita, e poi morire. E in questa vita, la macchinista che raccoglie le sue memorie trova le ragioni per aprire gli occhi su tutto ciò che la circonda: sull’aria che respira, sul battito del cuore, sul senso della morte.

LEGGI ESTRATTO (PDF) 


Appunti per un testo sulla fine del mondo

«È il 2023. Sta passando una stella cometa sulla Terra. La gente, incuriosita, guarda in alto. E quando guardi in alto, verso le cose immensamente più grandi di te, percepisci quanto sei piccolo, e le tue paure si fanno spazio.Le paure hanno cambiato il DNA degli uomini. I bambini hanno iniziato a nascere solo in coppia, in parti gemellari. Qualcuno ha paura di morire. Due trentenni cercano di portare avanti una gravidanza difficile, e devono scegliere quale dei due figli abortire. Una cinquantenne parla tra sé e sé in una stazione credendo di parlare con suo padre. Un settantenne dimentica lentamente le cose. Un ventenne e una ventenne cercano il proprio posto nel gioco della vita, e forse decidono che questo gioco non fa per loro. Un bambino cerca qualcuno che giochi con lui, ma non ci sono persone che sembrano pronte a giocare.»


Quando sulla Terra è passata la Cometa di Halley, nel 1986, ha portato via con sé, nel suo sparire, un pezzo della vita di ognuno che l’ha osservata: tutti quelli che c’erano hanno potuto dire: «Non la rivedremo più». Quando nel 2061 io la vedrò tornare, penserò ai miei genitori che nel frattempo – probabilmente – mi avranno lasciato, e potrò dire: «Non la rivedrò più». Si tratta di accettare che esistono le ultime volte, e questa è una cosa impossibile, difficilissima, per noi umani. La cometa te ne dà la possibilità. Ma noi cerchiamo lo stesso qualcuno con cui credere che anche questa volta non sarà l’ultima.

LEGGI ESTRATTO (PDF) 


TORNA ALLA BIBLIOTECA