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Rotella Eliana

Eliana Rotella si laurea con il massimo dei voti presso l’Università degli Studi di Milano, facoltà di Scienze dei Beni Culturali e consegue il diploma in violino presso il Conservatorio F. Vittadini di Pavia.

Nel 2017 va in scena con Triangolo Scaleno durante IT Festival di Milano, Fabbrica del Vapore, come attrice e coautrice.

Nel 2020 collabora con Outis presso il Piccolo Teatro di Milano per il festival Tramedautore, durante il quale va in scena per Silvia Rigon (Lidelab) con lo spettacolo Potere, dalla trilogia Le mille e una notte.

Viene selezionata per il percorso di specializzazione del Teatro Stabile del Veneto Riscrivere Dante – Purgatorio, condotto da Letizia Russo.

Nel 2021 il suo testo Still Life (1972) viene selezionato e tradotto per In Scena! Italian Theater Festival di New York.

Collabora con Vogue Italia come dramaturg per la coreografia originale Entanglement, di Manuela Colacicco.

Frequenta il terzo anno del corso di Autore Teatrale presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi.

Contemporaneo

La scena è quella che è: un teatro, uno spazio, una stanza. Ovunque, così com’è. Entra un uomo. È immerso in una cartina che cerca di decifrare. Osserva ogni cosa come fosse un’opera d’arte. Alzando lo sguardo si accorge del pubblico che lo guarda, quasi gli ponesse una domanda silenziosa.

È da qui che inizia il viaggio del protagonista alla scoperta dell’arte contemporanea. "All Art Has Been Contemporary": questo il messaggio di Maurizio Nannucci all’entrata della GAM di Torino, un'opera al neon risalente al 1998. Viene da chiedersi se già a quell’epoca il rapporto medio tra l’artista e la sua paga fosse sproporzionato come oggi. In un mondo in cui i linguaggi sono sempre più in dialogo e le modalità di fruizione si moltiplicano, cos’è davvero contemporaneo? Quale la linea sempre più sottile, come esemplificato da Cattelan, tra debole provocazione autoreferenziale e reale sfida artistica? In un mondo moderno che ha di gran lunga superato il suo post, come ci si relaziona all’opera d’arte? Ma soprattutto, quand’è che finiremo di allungare le sinossi con tutte queste domande aperte?

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