Scorza Elvira
Elvira Scorza, Cosenza 1992. Si laurea al DAMS con una tesi sulla correlazione tra esperienza teatrale e sordità nella biografia dell’attrice Emanuelle Laborit.
Con la compagnia Teatro dell’Argine sviluppa un percorso attorale continuato alla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino dove si diploma attrice sotto la direzione di Valter Malosti.
Approfondisce lo studio delle tecniche drammaturgiche con Mariano Dammacco (Piccola Compagnia Dammacco), Gabriele Di Luca (Carrozzeria Orfeo), Saverio La Ruina (Scena Verticale), Monica Capuani. Da attrice lavora per il Teatro Stabile di Torino (Licia Lanera – Roberto Zucco), il Teatro Stabile di Bolzano (Serena Sinigaglia – Macbeth), il Calatafimi Segesta Festival (Le Troiane – Fenice Teatri). Come drammaturga firma Avesta (vincitore del bando Hangar Creatività e SmartIt Up nel 2017); Qui (vincitore corto teatrale al Festival Inventaria); Mille papaveri rossi (finalista premio CENDIC Segesta 2020).
Firma come regista e drammaturga Bella Verona, progetto finalista Biennale College Teatro basato su Romeo e Giulietta di W. Shakespeare.
Con Bertoni editore pubblica La fiducia dei piedi scalzi.
Tutta colpa di Ugo
In Italia la violenza sui minori si sviluppa principalmente tre le mura domestiche, con un’alta tendenza
delle vittime di convivere con la violenza piuttosto che denunciarla. È un problema sociale, certo, ma
decisamente culturale: spesso queste storie vengono distorte da chi subisce per giustificare una vita
pressoché normale, mentre nascosta dalle regole del vivere civile la violenza tacitamente continua a
sopraffarli fino a condurli a inevitabili finali tragici. È il caso di Iole e Carlo, due fratelli cresciuti
nell’ombra dell’abuso taciuto che improvvisamente scoprono di avere un fratello allontanato sin dalla
nascita, Ugo, giovane sacerdote ignaro di tutto pronto a ritrovare la sua famiglia d’origine per
proclamare un perdono inaccettabile.
La scrittura in Tutta colpa di Ugo racconta una storia tragica corrotta dall’umorismo che caratterizza la vita disagiata, scomposta; una black comedy che tratta, in fondo, dell’impossibilità di essere giusti in un mondo sbagliato.