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TESTO

Un camino si accende e riscalda l’ambiente intorno: il salotto di un un narratore che non ama rivelarsi. Vestito di colori freddi, con camicia e pantaloni semplici, il padrone di casa giura di dire la verità e di rispondere a una domanda: “Come lo racconti che bisogna parlarsi?”
Parla di cestini e di rifiuti, di treni e di pendolari, e inizia un’inquisizione contro l’assassino di alcuni suoi amici: Carola, Gaetano, Jasmine e Anthony: una vecchia che vive sola in un condominio di periferia, un grande palazzo senza finestre; un padre di famiglia col vizio del bere e dei viaggi in Thailandia; una ragazzina che si sbronza in gita con la scuola; un disoccupato di nemmeno vent’anni che tira avanti fra storie d’amore sfortunate e feste in discoteca.


A parlare sempre sono la provincia o la periferia: un mondo ai margini che ha guardato troppa televisione e ha creduto a ogni pubblicità, a ogni reality, a ogni Paperissima. Il narratore scava nell’origine di queste storie e la ritrova nella matrice culturale che le accomuna: Juliana Moreira, Paolo Bonolis, Ezio Greggio, Simona Ventura, Teo Mammuccari e tutti gli altri, con tutti i loro programmi. Quel mondo che ha convinto tutti i personaggi dell’Italia minore che fosse possibile comprarla la felicità, attraverso l’emancipazione sessuale e il benessere economico, senza preoccuparsi dei tagli e degli squarci che si aprivano sotto la superficie.


Il narratore conosce intimamente ciascuna delle storie, conosce i dettagli e i fatti come si sono svolti anche in assenza di testimoni. Le conosce perché sono storie che lui stesso ha vissuto, anche lui è il figlio minore di un universo egoista. Le conosce perché lui è qualcosa di più: lui è la solitudine, l’abbandono, il senso di colpa e il rancore che vive assieme agli uomini.

AUTORI:

Toffanetti Rudy