A tre mesi dalla loro separazione, due ragazzi di poco più di vent’anni, Gill e Mary, si rincontrano in casa di lui. Nessuno dei due vuole separarsi dall’altro, ma nemmeno tornarci insieme; rimandano in continuazione il momento della loro divisione, che stavolta potrebbe essere per sempre.
Entrambi hanno una vita che, sulla carta, dovrebbe essere perfetta: sono giovani, vengono da famiglie benestanti, non hanno problemi di alcun tipo. Potrebbero fare qualsiasi cosa degli anni che verranno, e invece non riescono ad alzarsi dal letto: la dipendenza affettiva diventa il surrogato di un’esistenza felice, colmando il vuoto delle giornate dei due ragazzi.
Mary chiama Davey, il suo nuovo ragazzo: un raver dipendente da anfetamine, che ha lasciato sola sua madre alcolista per trovare Mary a casa del suo ex. L’invidia verso questo ragazzo che sembra avere tutto, compreso l’amore, gli impedirà persino di arrabbiarsi: nascerà invece una solidarietà tra Gill e Davey, quando il primo vedrà nelle droghe e nei concerti del nuovo arrivato un antidoto che funzioni anche contro la sua solitudine. Gill, scoprendosi incapace di aiutare Mary, comincerà a torturarla psicologicamente come tentativo di allontanare il dolore che lui stesso sta provando. Lei fugge, trovando sul tetto un amico immaginario di infanzia, Hopkins, sparito da anni e ora magicamente tornato a salvarla. Il suo intervento non sortirà alcun effetto.
Il testo è stato scritto prima del lockdown.