Siamo in un carcere femminile.
Nella cappella di un carcere femminile.
Di fronte alla statua della Vergine Maria.
Siamo in un carcere femminile.
Nella cella di un carcere femminile, la notte.
Di fronte al diario di una detenuta.
Quali posti migliori per ascoltare le angosce e le speranze legate alla maternità ?
Le detenute raccontano, ciascuna nella propria lingua, un pezzettino della loro storia.
La statua della Vergine Maria a volte le ascolta, a volte no. E tra un’angoscia e l’altra c’è il tempo
di fumarsi una sigaretta, di ridere, di ballare, di bestemmiare, di sognare. In fondo nessuna
donna è definita solo dal suo rapporto alla maternità. Nemmeno la Vergine Maria.