Nell’area cani di un parco cittadino (volendo, in una vera area cani) si danno appuntamento un artista di
mezza età, oberato di un esasperato e nevrotico egotismo, e un disilluso diacono sposato e alcolizzato,
i quali si interrogano sul significato dell’essere materialmente vivi ma spiritualmente morti. A scandire le fasi di questo dibattito vi sono la donna elegante, una pittrice armena incapace di prendere da sola decisione alcuna, morbosamente legata a Réghisi, la sua cagna, e il marito di lei, uomo versatile, che lavora come operatore ecologico e come rider, ma è anche un appassionato e bipolare runner, manager di una
importante società per azioni. Vi è poi Uvanlìn, un serial killer cinese, disteso a terra, il quale prorompe
ogni tanto col suo lamentoso eloquio incomprensibile, monotono, aspettando il momento opportuno per
agire.
Réghisi è stato uno dei testi “finalisti” per la realizzazione dei podcast.