Lo spettacolo è realizzato con tecniche sonore 3D. Ogni spettatore sarà dotato di cuffie olofoniche.
Nell’ambito del progetto europeo Fabulamundi, ha debuttato Penthy sur la bande della giovane e promettente autrice e dramaturg francese Magali Mougel.
Penthy richiama, per assonanza e riferimenti, la Pentesilea di Kleist, riscrittura del mito in cui si assiste ad un ribaltamento del racconto originale. Qui è Pentesilea che, in un eccesso di furore erotico, dopo aver vinto in duello Achille, lo uccide, accanendosi sul suo corpo e, letteralmente, sbranandolo.
Questo dramma, scritto alle soglie del romanticismo e nato come libretto d’opera, da sempre ritenuto di ardua rappresentazione, trova una differente immediatezza nel testo di Magali Mougel che lo ripropone in una forma sintetica, comunque sonora, che richiama l’ascolto più ancora della rappresentazione.
In scena un’attrice, Viola Graziosi – già protagonista in Tu es libre – la cui voce si fa coro solo grazie all’utilizzo dell’olofonia.
Penthy gioca sul filo del suono e della parola, dell’amore e dell’odio, dei baci e dei morsi.
Un concerto tra bisbiglio e invettiva.
Oggi è il giorno della festa delle rose.
E questo è quel tipo di storia che la gente, a volte, racconta alle feste, quando si beve troppo e la situazione sfugge di mano.
Una di quelle feste per cui gli invitati – ragazzi e ragazze – indosserebbero abiti vintage, vestiti di un’altra epoca. E in sottofondo si dovrebbe sentire della musica sublime, Blasmüsik per esempio, musica per banda d’ottoni al limite del “sublime”.
Dovrebbe essere estate. E la festa dovrebbe avvenire da qualche parte nel bel mezzo del nulla: dove di solito si svolgono le feste.
Ma non è questo che sta per accadere.
Al contrario, ci saranno soltanto i resti di una festa che forse è avvenuta una volta, ma non si ripeterà mai più. Una festa finita male, fatta a pezzi da mazze da baseball lanciate in aria, teste colpite e schiaffeggiate. Il viso di qualcuno che appare all’improvviso. Un viso in cui riconoscere un fratello, un figlio o un amante. E, nel frattempo, altrove, un uomo viene colpito, un amazzone è ferita al petto dalla lancia del proprio nemico, una teenager sta bevendo una birra e un’altra sta leggendo per la prima volta “Ethic” di Alan Badiou. Ed è la scena di devastazione che permette ad un Coro di raccontare questa storia.
Chi è Magali Mougel
Magali Mougel è drammaturga e insegnante presso il dipartimento di drammaturgia di ENSATT, scuola nazionale di Lyon, in Francia, dove lei stessa ha studiato dal 2008 al 2011. I suoi testi sono stati messi in scena da Jean Pierre Baro, Anne Bisang, Philippe Delaigue, Eloi Recoing e molti altri.
Dal 2011 lavora assiduamente con diversi teatri e compagnia. Ha scritto Elle pas princesse, lui pas héros per Johanny Bert del National Dramatical Center of Montluçon, Poudre Noire per Simon Delattre (Rodeo Theatre), Je ne veux plus e La Nuit où le jour s’est levé per Olivier Letellier (Theatre du Phare / National Theater of Chaillot). I suoi lavori – Erwin Motor, Devotion (finalista Grand Prize of Drama Literature, 2013), Guerillères ordinaires, Suzy Storck (finalista Grand Prize of Drama Literature, 2013), Penthy sur la Bande, The Lulu Projekt – sono tutti pubblicati da Edizioni Espaces 34. I suoi testi per il teatro ragazzi – Elle pas princesse, Lui pas héros and We just wanted you to love us – sono pubblicati invece da Editions Actes Sud – Heyoka Jeunesse. Alcune pièces sono state tradotte in inglese, tedesco, italiano e spagnolo. Dal 2017 al 2018 è artista associata con the Scènes du Jura and the National Dramatical Center of Sartrouville.
foto di ©Laila Pozzo