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TESTO

Artisti, insegnanti, poeti. Scarafaggi, topi di fogna, parassiti. Microfoni, megafoni, parole. Guerra, una delle tante, la terza. Parole, rumori, sassate. Claustrofobia. Questa è una storia vera.

Una di quelle che non ti narrano in televisione, perché non abbastanza tragica. Né una di quelle storie inventate per distrarti dalla vita reale e farti ridere a crepapelle. Quale morte? Quella del corpo, quella dell’anima?

E se esistesse un altro tipo di morte?  E se i primi a morire di questa “strana” morte fossero gli artisti, gli insegnanti, i poeti, i giovani, cosa accadrebbe? Tutto rimarrebbe uguale all’interno della società?

La nostra protagonista è una, eppure sono tanti, tanti a voler venir fuori e parlare. Lotteranno fino allo sfinimento per raccontare, lotteranno per chi non ce l’ha fatta, per chi è tentato di desistere, per chi si sente solo e non sa che siamo in tanti a combattere la stessa guerra, per l’attuale generazione 2.0 che, forse, dovrà prepararsi a combattere, perché la resilienza sia loro di esempio. Insomma, pezzi di vita, raccolti qua e là, inevitabilmente, impregnati di tragicità ma anche di ironia e poesia. E, in fondo, cos’è la vita se non questo camaleonte tragi-comico, di cui l’armonia dei contrari costituisce la suprema bellezza?

Se saprai vedere un puntino di luce anche in fondo al buio, se riuscirai a resistere e a non lasciarti uccidere, alla fine, dopo la tempesta, scoprirai che tutto cambia e tu sei ancora vivo!

AUTORI:

Ferraro Patrizia