I giorni passano e il Presidente non c’è. Di lui, leader pavido e disincantato, non si ha più notizia. È forse morto? Poco conta. L’importante è che la sua sedia sia vuota. I senatori, burattinai del potere, la bramano. Ma a sorpresa, il Presidente ritorna. Ed è un uomo, e un politico, nuovo. Getta le basi di una società libera e pura, priva di corruzione e menzogna. Una illuminata utopia, impossibile da realizzare senza sporcarsi le mani.
Un’opera che ragiona sulla brama e l’esercizio del potere. Per farlo, allestisce un magnifico parterre di personaggi. Il presidente e la sua corte sono così buffi e assurdi da sembrare (tristemente) veri. Calca la scena un bestiario politico, allegorico e scorretto, che autorizza a disperarsi per questi tempi deliranti.