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TESTO

L’avventura di Montangroppa e Sturapippe è una parabola che vuole difendere l’immaginazione, raccontata con l’ironia, la sprovvedutezza e i lampi di genio di due ingenui, cattivi e disastrosi eroi che tentano di afferrare una realtà illusoria; è la storia di noi tutti.

Il pubblico si vede rappresentato nel tentativo dei protagonisti di costruire un mondo nuovo, ma va tutto a rotoli, le parole non coincidono, non si può fare affidamento sulle parole, escono da sole senza memoria, ripetute come se appartenessero a qualcun altro, giocate da due sapienti idioti che ci ricordano lo spaesamento del Kaspar Hauser di Peter Handke e l’assoluto del viaggio chisciottesco e sanciopanzesco

I due camminano nella tormenta, nutrendosi della propria diffidenza, amandosi come fossero amanti, giocando come fossero bambini, confidandosi come fossero amici, violenti come nemici, ma sempre stupidi e stupefatti, per poi scoprire che questa infinita ricerca conduce ad un finale sorprendentemente a portata di mano.

Viviamo un’esistenza lirica ma il finale è sempre comico, e il viaggio serve per ritrovarci, uguali a prima, non esclusivi e preziosi ma comuni e molteplici, molto più simili agli altri di quanto avremmo pensato.

AUTORI:

Angelici Alfredo